Molti neofiti chiedono una definizione di Feng Shui. Cominciamo svuotando il bicchiere: il Feng Shui è qualcosa di alquanto diverso da quello a cui pensa la maggior parte della persone, quando leggono o sentono queste parole.
Cos e Feng ShuiMolti considerano il Feng Shui uno stile di arredamento orientale, o una serie di regole per creare una sensazione di comfort, o ancora una pratica magica, grazie alla quale, posizionando certi oggetti in determinati punti dell’abitazione, si potrebbe ottenere la fortuna sul lavoro, o in amore, o risolvere problemi di salute.
Per decenni, testi dozzinali hanno diffuso un’immagine del Feng Shui fatta di ricettine e “rimedi” di pronto uso, di ammennicoli e specchietti da appendere qua e là in base a regole in apparenza arbitrarie. Di solito, questi interventi hanno risultati nulli; e ciò non sorprende, perché quello che molti esperti chiamano “Feng Shui spazzatura”, non è che la squalificante caricatura di un sapere ben più consistente, più profondo e più efficace.
Il Feng Shui si sviluppò in Cina, millenni or sono, in seno a quella visione del mondo in seguito definita “Taoismo”. Considerare il Feng Shui prescindendo dal Taoismo sarebbe fuorviante, come guardare un fiore senza vedere la pianta che lo porta: ci sfuggirebbe la natura del fiore stesso.
La mentalità taoista è fatta di concetti molto profondi ma molto semplici, così semplici che di solito ne sottovalutiamo l’importanza. Come occidentali siamo istintivamente critici delle cose “troppo” semplici; l’occidentale medio ama le cose complicate perché confonde la semplicità con l’arretratezza, la complicazione con il progresso.
L’idea centrale della visione taoista è il mutamento: tutto si trasforma costantemente, tutto fluisce, e nel fluire, genera delle forze.
L’azione umana è tanto più efficace quanto più siamo capaci di percepire la “direzione” di quelle forze, e allinearci ad esse; quando agiamo in conformità ai principi del mutamento, la nostra azione diventa una con l’azione della natura stessa, e la sua forza è massima.
“Feng Shui” significa letteralmente “vento e acqua”; e l’intuizione che sta alla base di esso, come di tutte le arti taoiste, è la stessa che ebbe il primo uomo che issò una vela, o immerse la ruota di un mulino in un torrente: “quando vuoi fare una cosa, fai in modo che la natura la faccia per te.”
Nella sua essenza, il Feng Shui non è altro che l’applicazione di questo concetto agli ambienti, o – più precisamente – all’effetto che gli ambienti hanno sugli esseri umani.
Chi non ha mai sentito su di sé l’effetto di un particolare ambiente? Chi non ha mai provato una sensazione di disagio, o di familiarità, di eccitazione, soggezione o altro varcando la soglia di un luogo particolare? Diversi luoghi possono farci sentire confusi o concentrati, rilassati o tesi, irritati, lieti, propositivi, riflessivi. Occupare un posto diverso allo stesso tavolo, o nella stessa stanza, può qualificarci in modo sottile come leader o subordinati, partner o avversari, protagonisti o pubblico.
L’idea da cui nasce il Feng Shui è molto semplice: dato che siamo comunque soggetti a queste influenze, perché limitarsi a subirle in modo passivo e casuale?
Perché lasciare che qualcosa ci sia d’intralcio, quando può esserci d’aiuto?
La parte dell’essere umano che funziona ancora a livello animale, istintivo, risponde a determinati impulsi ambientali in modo del tutto automatico. L’intento alla base del Feng Shui è disporre gli ambienti di vita e di lavoro per usarli come una vela, spiegata al vento di quelle reazioni istintive. Chi pratica Feng Shui utilizza le informazioni che l’ambiente invia al nostro sistema psicofisico per rendere la propria vita più facile e produttiva, e raggiungere i propri obiettivi con meno sforzo.
La definizione di Feng Shui più comune lo associa all’idea di “armonia”, per cui molti non concepiscono altri usi per questa disciplina che rendere le abitazioni accoglienti e confortevoli. Ma dire che il Feng Shui serve a rendere le case confortevoli è un po’ come dire che la geometria serve a rendere i ponti sicuri, o che le note musicali servono a comporre ninne-nanne: non è falso, ma è molto limitativo.
Quello che, nel corso di secoli, trovarono gli antichi maestri è ben più che una collezione di regole per il raggiungimento del comfort: è un linguaggio.
Attraverso le forme, i percorsi, la posizione degli accessi e delle aperture, i colori, i materiali, i suoni, l’illuminazione, l’esposizione solare, i luoghi in cui viviamo e lavoriamo parlano a una parte di noi di cui restiamo per lo più inconsapevoli, ma che dal profondo orienta le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre azioni. Chi ha appreso il linguaggio segreto con cui gli ambienti parlano alla coscienza umana, può modulare i messaggi ambientali in modo articolato e preciso, per produrre effetti ben più specifici di una generica “armonia”.
Una volta appresi i principi di questa comunicazione sottile, le possibilità sono infinite: possiamo selezionare o creare gli ambienti più adatti per gli scopi più vari.
La funzione delle abitazioni è quella di proteggere e rigenerare gli occupanti; ma altri ambienti hanno altre funzioni. Quali sono, ad esempio, le suggestioni psicologiche più appropriate per un casinò, un autolavaggio o uno stadio?
Le possibilità del Feng Shui vanno ben oltre quelle citate dalla maggior parte dei manuali, in senso sia qualitativo, sia quantitativo. Ad esempio, anche tra gli appassionati, quasi nessuno sa che anticamente il Feng Shui veniva impiegato per la progettazione di interi quartieri o città, e anche a scopi militari.
A livello strettamente pratico, fare Feng Shui significa studiare i meccanismi tramite cui l’ambiente influenza le persone, per poi modellare le suggestioni di un luogo in base alla sua funzione.
Ma il Feng Shui è molto più di questo. A dispetto delle sue degenerazioni antiche e moderne, che minacciano di ridurlo a superstizione, nella sua forma originaria il Feng Shui è un sapere vasto, profondo, di attualità intramontabile. C’è un punto in cui la “scienza” diviene “saggezza”, e oltre quel punto, il Feng Shui diventa un modo di vivere, di pensare l’universo e il nostro agire in esso.
Fare Feng Shui significa rientrare in contatto con un lato antico, fondamentale e dimenticato del nostro essere, tornare consapevoli della nostra posizione di esseri umani nel contesto della natura e dei suoi cicli.
A livello ancora più profondo, praticare Feng Shui significa investigare e utilizzare i principi universali del rapporto che lega l’individuo al suo contesto. Fintanto che vi sono un Io e un Non-Io, vi saranno sempre un Dentro e un Fuori, un Qui e un Intorno; vi sarà sempre un Microcosmo umano, inserito in un Macrocosmo di cui divenire sempre più consapevoli, per stabilire con esso il rapporto più armonioso e vantaggioso.
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