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Che cos’è la Tensegrità?

tensegrità

La Tensegrità è la versione ammodernata di alcuni movimenti chiamati passi magici sviluppati dagli sciamani indiani che vissero in Messico in tempi precedenti alla Conquista Spagnola. “Tempi precedenti alla Conquista Spagnola” è un termine usato da don Juan Matus, uno stregone indiano del Messico, che iniziò Carlos Castaneda, Carol Tiggs, Florinda Donner-Grau e Taisha Abelar al mondo cognitivo degli sciamani che vissero in Messico, secondo don Juan, tra 7.000 e 10.000 anni fa. Don Juan spiegò ai suoi quattro discepoli che quegli sciamani, o stregoni, come lui li chiamava, scoprirono attraverso pratiche che egli non riusciva ben a comprendere, che gli esseri umani possono percepire l’energia direttamente così come fluisce nell’universo. In altre parole, secondo don Juan, quegli stregoni sostenevano che ognuno di noi può sopprimere, per un momento, il nostro sistema di trasformare il flusso di energia in dati sensoriali pertinenti al tipo di organismo che possediamo. Gli stregoni affermano che trasformare l’afflusso di energia in dati sensoriali, crea un sistema di interpretazione che trasforma l’energia che fluisce nell’universo nel mondo della vita quotidiana che conosciamo. Don Juan spiegò inoltre, che una volta che quegli stregoni dei tempi antichi ebbero stabilito la validità di percepire l’energia direttamente, cosa che chiamarono vedere, cominciarono a perfezionarlo applicandolo a loro stessi. Essi cioè, ogni qualvolta lo desideravano, percepivano l’un l’altro come un conglomerato di campi energetici. Gli esseri umani percepiti in tal modo appaiono al veggente come delle gigantesche sfere luminose. La dimensione di queste sfere luminose corrisponde alla larghezza delle braccia estese verso l’esterno. Quando gli esseri umani vengono percepiti come conglomerati di campi di energia, si può percepire una zona di intensa luminosità all’altezza delle scapole, ad un braccio di distanza da quest’ultime, dietro la schiena. Gli stregoni dei tempi antichi che scoprirono questo punto di luminosità, lo chiamarono punto d’assemblaggio, perché conclusero che è lì che la percezione viene assemblata. Essi notarono, aiutati dal loro vedere, che in quel punto di luminosità, la cui ubicazione è omogenea per tutta l’umanità, convergono miliardi di campi di energia sotto forma di filamenti luminosi che costituiscono l’universo in generale. I filamenti che convergono in quel punto, diventano dati sensoriali utilizzabili dagli esseri umani in qualità di organismi. L’utilizzazione dell’energia trasformata in dati sensoriali fu vista dagli stregoni come un atto di pura magia: energia in generale trasformata dal punto d’assemblaggio in un autentico mondo omnicomprensivo in cui gli esseri umani come organismi possono vivere e morire. L’atto di trasformare l’afflusso di pura energia nel mondo che percepiamo, fu attribuito da quegli stregoni ad un sistema di interpretazione. La loro strepitosa scoperta, strepitosa per loro, naturalmente, e forse per alcuni di noi che posseggano l’energia per essere attenti, fu che il punto d’assemblaggio non solo era il luogo dove la percezione veniva assemblata trasformando l’afflusso di pura energia in dati sensoriali, ma era anche il punto in cui aveva luogo l’interpretazione dei dati sensoriali. La loro successiva straordinaria osservazione fu che, durante il sonno, il punto d’assemblaggio si sposta al di fuori della sua posizione abituale in maniera molto naturale e discreta. Essi scoprirono che quanto più grande è lo spostamento, tanto più bizzarri sono i sogni che lo accompagnano. Gli stregoni, da queste osservazioni compiute attraverso il vedere, passarono di colpo all’azione pragmatica dello spostamento volitivo del punto d’assemblaggio, e chiamarono i loro risultati finali l’arte del sognare.

Quest’arte fu definita da quegli stregoni come l’utilizzazione pragmatica dei sogni ordinari allo scopo di creare un accesso ad altri mondi mediante l’atto di spostare il punto d’assemblaggio volontariamente e di mantenere anche la nuova posizione in maniera volontaria. Le osservazioni degli stregoni, nel praticare l’arte del sognare, erano un commisto di ragione e di vedere l’energia direttamente così come fluisce nell’universo. Essi realizzarono che il punto d’assemblaggio, nella sua posizione abituale, è il luogo dove converge una determinata minuscola porzione di filamenti energetici che compongono l’universo; ma quando il punto d’assemblaggio cambia posizione, all’interno dell’uovo luminoso, una differente minuscola porzione di filamenti energetici converge su di esso, dando come risultato un nuovo flusso di dati sensoriali: campi di energia differenti da quelli abituali vengono trasformati in dati sensoriali, e questi differenti campi di energia vengono interpretati come un mondo differente. La pratica dell’arte del sognare assorbì gli stregoni completamente. Nel corso di questa pratica, essi sperimentarono stati di agilità e benessere fisico ineguagliati, e nello sforzo di riprodurre quegli stati nelle ore di veglia, scoprirono che erano in grado di ripeterli eseguendo certi movimenti del corpo. I loro sforzi culminarono con la scoperta e lo sviluppo di un gran numero di tali movimenti che chiamarono passi magici. Per gli stregoni messicani dell’antichità, i passi magici divennero il loro bene più caro. Li circondarono di mistero e di rituali e li insegnarono solamente ai loro iniziati, e in estrema segretezza. Questo fu anche il modo in cui don Juan li insegnò ai suoi apprendisti. I suoi apprendisti, essendo l’ultimo anello del suo lignaggio, giunsero alla conclusione unanime che continuare a mantenere segreti i movimenti magici andava contro la loro intenzione di rendere accessibile il mondo di don Juan ai loro compagni uomini. Decisero quindi di riscattare i passi magici dalla loro condizione di oscura segretezza. Crearono così la Tensegrità, un termine questo proprio dell’architettura, che significa “la proprietà dell’ossatura muraria che impiega componenti di continua tensione e componenti di discontinua compressione in modo tale che ogni componente operi con la massima efficienza ed economia”. Questo nome risulta estremamente appropriato perché è formato dalla combinazione di due termini: tensione, ed integrità; termini che connotano le due forze trainanti dei passi magici. Brano estratto da Lettori dell’Infinito di Carlos Castaneda, Numero 1, Volume 1, 1996. (c) Copyright 1996, Laugan Productions, Incorporated. Edito in Italia dalle Edizioni Magellano. Tutti i diritti riservati.

Brano estratto da un’Intervista con Florinda Donner-Grau, Taisha Abelar and Carol Tiggs di Concha Labarta Translated from Spanish. First appeared in Mas Alla, April 1, 1997, Spain.

Tradotta dall’inglese. Pubblicata per la prima volta su Mas Alla, 1° Aprile 1997, Spagna. Tutte le risposte sono state fornite da Carol Tiggs, Taisha Abelar e Florinda Donner-Grau.

Domanda: Insieme a Carlos Castaneda, siete state allieve di don Juan Matus e dei suoi compagni stregoni. Siete però rimaste nell’anonimato per anni, ed è solo recentemente che avete deciso di parlare di voi e del vostro apprendistato con don Juan. Perché questo lungo silenzio? E qual’è la ragione di questa svolta?

Risposta: Prima di tutto vorremmo chiarire che ognuna di noi conobbe l’uomo che Carlos Castaneda chiama il nagual Juan Matus con un nome differente: Melchior Yaoquizque, John Michael Abelar e Mariano Aureliano. Per evitare confusioni, preferiamo chiamarlo sempre il vecchio nagual; non vecchio in termini di età ma in termini di anzianità, e soprattutto per distinguerlo dal nuovo nagual, Carlos Castaneda. Discutere del nostro apprendistato con il vecchio nagual non faceva assolutamente parte del compito che egli concepì per noi. Per questo siamo rimaste in completo anonimato. Il ritorno di Carol Tiggs nel 1985 ha segnato un totale cambiamento nei nostri obiettivi e nelle nostre aspirazioni. Tradizionalmente, sarebbe stato suo compito di guidarci attraverso qualcosa che l’uomo moderno potrebbe tradurre come spazio e tempo, ma che, per gli sciamani dell’antico Messico, significava consapevolezza. Questi concepirono un viaggio attraverso qualcosa che chiamavano mare oscuro della consapevolezza. Il ruolo tradizionale di Carol Tiggs era di condurci durante questo passaggio. Quando ritornò, la meta isolata del nostro viaggio privato fu trasformata in qualcosa di più ampia portata. Ecco perché abbiamo deciso di porre termine al nostro anonimato e di insegnare i passi magici degli sciamani del Messico antico.

D: L’istruzione che avete ricevuto da don Juan era simile a quella di Carlos Castaneda? Se non lo era, quali erano le differenze? Come descrivereste don Juan e le sue compagne e compagni?

R: L’istruzione che venne data a noi non era affatto simile a quella impartita a Carlos Castaneda per la semplice ragione che noi siamo donne. Abbiamo organi che gli uomini non hanno: le ovaie e l’utero, organi di capitale importanza. Le istruzioni del vecchio nagual per noi erano di pura azione. Riguardo alla descrizione dei compagni e delle compagne del vecchio nagual, tutto quello che possiamo dire a questo punto delle nostre vite è che erano esseri eccezionali. Parlare di loro come se fossero persone del mondo quotidiano sarebbe sciocco oramai. Il minimo che possiamo dire è che tutti loro, ed erano in sedici compreso il vecchio nagual, erano in una stupenda condizione di vitalità e giovinezza. Erano tutti vecchi, e tuttavia, al tempo stesso, non lo erano. Quando, per curiosità e meraviglia, chiedemmo al vecchio nagual quale fosse la ragione del loro esorbitante vigore, ci rispose che ciò che li ringiovaniva ad ogni momento che passava era il loro legame con l’infinito.

D: Mentre molte correnti psicologiche e sociologiche moderne propugnano una riduzione delle distanze fra l’universo maschile e femminile, nei vostri libri leggiamo che ci sono evidenti differenze fra uomini e donne nel modo in cui accedono alla conoscenza. Potreste fare dei chiarimenti al riguardo? In che modo siete differenti voi come streghe donne, e le vostre esperienze, da quelle di Carlos Castaneda?

R: La differenza fra uomini e donne nel lignaggio di stregoni del vecchio nagual è la cosa più semplice del mondo. Come ogni altra donna al mondo, abbiamo un utero. Abbiamo organi differenti rispetto agli uomini: l’utero e le ovaie, i quali, secondo gli stregoni, permettono alle donne di entrare facilmente in aree di consapevolezza estranea. Secondo gli stregoni, c’è una forza colossale
nell’universo; una forza costante, perenne, che fluttua ma che non cambia. Chiamano questa forza consapevolezza o mare oscuro della consapevolezza. Gli stregoni affermano che, grazie alla presenza dell’utero nel proprio corpo, le donne hanno la facilità di muovere il punto di assemblaggio in una nuova posizione. Vorremmo sottolineare che gli stregoni credono che il punto di assemblaggio di ogni essere umano è collocato nella medesima posizione: circa un metro dietro le scapole. Quando gli stregoni vedono gli essere umani come energia, percepiscono questo punto come un conglomerato di campi di energia con la forma di una palla luminosa. Gli stregoni dicono che poiché gli organi sessuali maschili si trovano all’esterno del corpo, gli uomini non hanno la medesima facilità. Sarebbe quindi assurdo per gli stregoni cercare di cancellare o trascurare queste differenze energetiche. Quanto al comportamento degli stregoni maschi e femmine all’interno dell’ordine sociale, è pressoché uguale. La differenza energetica fa sì che i praticanti, uomini e donne, si comportino in maniera diversa. Nel caso degli stregoni queste differenze sono complementari. La grande facilità delle donne di spostare il punto di assemblaggio serve come base per le azioni degli uomini, che sono caratterizzate da una maggiore tenacia e da uno scopo più inflessibile.

D: Nei vostri libri abbiamo anche letto che Florinda Donner-Grau e Taisha Abelar rappresentano ciascuna una differente categoria nel mondo dello sciamanismo. Una di voi è una sognatrice e l’altra una cacciatrice. Sono termini affascinanti ed esotici ma molti li impiegano indiscriminatamente interpretandoli a modo proprio. Qual’è il vero significato di tali classificazioni? Nel momento dell’azione cosa implica il fatto che Florinda Donner-Grau è una sognatrice e Taisha Abelar una cacciatrice?

R: Anche in questo caso, come per la domanda precedente, la differenza è molto semplice perché è dettata dall’energia di ciascuna. Florinda Donner-Grau è una sognatrice perché ha una straordinaria facilità di spostare il punto di assemblaggio. Secondo gli stregoni, quando il punto di assemblaggio, che è il nostro punto di contatto con il mare oscuro della consapevolezza, si sposta, viene assemblato un nuovo conglomerato di campi di energia, un conglomerato simile a quello abituale ma abbastanza diverso da garantire la percezione di un altro mondo che non è il mondo della vita quotidiana. Il dono di Taisha Abelar come cacciatrice è la sua facilità di fissare il punto di assemblaggio nella nuova posizione in cui si è spostato. Senza questa facilità di fissare il punto di assemblaggio, la percezione di un altro mondo è troppo fugace; qualcosa di molto simile all’effetto prodotto da certe droghe allucinogene: una profusione di immagini senza capo né coda. Gli stregoni credono che l’effetto delle droghe allucinogene è di spostare il punto di assemblaggio, ma solo in modo caotico e temporaneamente.

D: Nei vostri libri più recenti, Essere nel Sogno e Il Passaggio degli Stregoni, parlate di esperienze personali che sono difficili da accettare. Entrare in altri mondi, viaggiare nell’ignoto, stabilire contatti con esseri inorganici, sono tutte esperienze che sfidano la ragione. La tentazione è di non credere affatto a tali racconti, o di considerarvi esseri aldilà del bene e del male, esseri che non vengono toccati dalle malattie, dalla vecchiaia o dalla morte. Cos’è la realtà quotidiana per una strega? E come si concilia il tempo cronologico con il tempo magico?

R: La sua domanda, signorina Labarta, è troppo astratta e inverosimile. Perdoni la nostra franchezza. Non siamo esseri intellettuali e non siamo in nessun modo capaci di prendere parte ad esercizi in cui l’intelletto si serve di parole che in realtà non hanno alcun significato. Nessuno di noi, da nessun punto di vista, è aldilà del bene e del male, delle malattie, o della vecchiaia. Quello che successe a noi è che fummo convinte dal vecchio nagual che ci sono due categorie di esseri umani. La grande maggioranza di noi sono esseri che gli stregoni chiamano (denigratoriamente, aggiungeremmo) “gli immortali”. L’altra categoria è la categoria degli esseri che vanno alla morte. Il vecchio nagual ci disse che, come esseri immortali, non prendiamo mai la morte come punto di riferimento, e di conseguenza ci concediamo l’inconcepibile lusso di vivere tutta la vita invischiati in parole, descrizioni, polemiche, accordi e disaccordi. L’altra categoria è la categoria degli stregoni, degli esseri che vanno alla morte, che non possono mai, in nessun caso, permettersi il lusso di fare asserzioni intellettuali. Semmai, siamo esseri privi di importanza personale. E se abbiamo qualcosa, è la nostra convinzione di essere esseri che vanno alla morte e che, un giorno, dovremo confrontarci con l’infinito. La nostra preparazione è la cosa più semplice di questo mondo: ci prepariamo ventiquattr’ore al giorno per quest’incontro con l’infinito. Il vecchio nagual riuscì a cancellare in noi la nostra dannata idea di immortalità e la nostra indifferenza alla vita, e ci convinse che, come esseri che vanno alla morte, possiamo allargare il ventaglio delle nostre opzioni nella vita. Gli stregoni affermano che gli esseri umani sono esseri magici, capaci di azioni e imprese stupende una volta che si siano liberati dalle ideologie che li trasformano in esseri umani normali. I nostri racconti sono, in realtà, descrizioni fenomenologiche di imprese percettive che sono alla portata di tutti noi, specialmente delle donne, imprese che ci sfuggono a causa della nostra abitudine all’autoriflessione. Gli stregoni affermano che la sola cosa che esiste per gli esseri umani è Me, Me, e solo Me. In tali condizioni, la sola possibilità riguarda solamente Me. E per definizione, tutto ciò che concerne Me, l’Io personale, può solo condurre a rabbia e risentimento.

D: Carlos Castaneda è il nuovo nagual. Cosa significa questo per voi come donne, e per le vostre consimili? E’ impossibile per una donna essere nagual?

R: Tutto questo significa che Carlos Castaneda è il nostro avvocato, un legale che sa dove firmare documenti riguardanti l’infinito. E’ il nostro consulente legale in tutte le questioni con l’infinito. Certamente una donna potrebbe fare lo stesso ma, come dicono gli stregoni, se puoi farlo stando sdraiata a letto, perché alzarsi? Essere un consulente di questo tipo è una vera scocciatura. Il vecchio nagual ci scherzava sopra, dicendo che essere un nagual è come essere un servitore. “Accidenti Battista, vai in cucina e portami il sale. Sono troppo stanca per alzarmi.” E, naturalmente, Battista deve alzarsi, andare in cucina, e prendere il sale.

D: La presenza fisica dell’insegnante può non essere indispensabile ma, in ogni caso, è di grande aiuto. Voi siete state istruite direttamente da don Juan e dai suoi compagni per guidarvi nel mondo dello sciamanismo. Pensate veramente che quel mondo sia accessibile a chiunque, anche senza un insegnante personale?

R: In una certa misura, l’insistenza nel voler avere un insegnante è un’aberrazione. L’idea del vecchio nagual era di aiutarci a infrangere il dominio del Me. Con le sue battute e il suo terrificante senso dell’umorismo, riuscì a farci ridere di noi. In questo senso, crediamo fermamente che il cambiamento sia possibile per chiunque, un cambiamento analogo al nostro, ad esempio, praticando la Tensegrità, senza il bisogno di un particolare e personale insegnante. Il vecchio nagual non aveva interesse ad insegnare la sua conoscenza. Non fu mai un maestro o un guru. Non poteva importagliene di meno. Il vecchio nagual era interessato a perpetuare il suo lignaggio. Se ci guidava personalmente, era per inculcarci tutte le premesse della stregoneria che ci avrebbero permesso di continuare il suo lignaggio. Si aspettava che un giorno sarebbe stato il nostro turno, e che avremmo fatto lo stesso. Circostanze aldilà della nostra volontà, o della sua, hanno cospirato per impedire la continuazione del suo lignaggio. In considerazione del fatto che non possiamo più assolvere la nostra tradizionale funzione di continuatori di un lignaggio, vogliamo rendere disponibile questa conoscenza. Dato che i praticanti della Tensegrità non sono chiamati a perpetuare alcun lignaggio sciamanico, hanno la possibilità di ottenere quello che noi abbiamo ottenuto, ma con un percorso differente.

D: La possibilità di una forma di morte alternativa è uno dei punti che più colpiscono negli insegnamenti don Juan Matus. Secondo quanto ci avete detto, lui e il suo gruppo raggiunsero questa morte alternativa. Qual’è la vostra interpretazione della loro scomparsa, quando si trasformarono in consapevolezza?

R: Questa potrebbe sembrare una domanda semplice, ma è molto difficile dare una risposta. Noi pratichiamo gli insegnamenti del vecchio nagual. Ci sembra che, con la sua domanda, lei stia sollecitando una giustificazione psicologica, una spiegazione equivalente alle spiegazioni della scienza moderna. Purtroppo non possiamo darle una spiegazione estranea a ciò che noi siamo. Il vecchio nagual e i suoi compagni morirono di una morte alternativa, cosa possibile per tutti noi se abbiamo la necessaria disciplina. Tutto quello che possiamo dirle è che il vecchio nagual e i suoi vivevano da professionisti, cioè erano responsabili di tutti i loro atti, anche del più piccolo, perché erano estremamente consapevoli di tutto quello che facevano.In tali condizioni, morire una morte alternativa non è un’ipotesi assurda.

D: Vi sentite pronte ad affrontare il salto finale? Che cosa vi aspettate in quell’universo, che reputate impersonale, freddo e predatorio?

R: Quello che aspettiamo è una battaglia senza fine e la possibilità di trovarci al cospetto dell’infinito, che sia per un secondo o per cinque miliardi di anni.

D: Alcuni dei lettori dell’opera letteraria di Carlos Castaneda lo hanno rimproverato per la mancanza di una maggiore presenza spirituale nei suoi libri, per non aver usato la parola “amore”. Il mondo di un guerriero è veramente così freddo? Non provate emozioni umane? O forse assegnate un diverso significato a queste emozioni?

R: Sì, diamo loro un diverso significato e non usiamo parole come “amore” o “spiritualità” perché il vecchio nagual ci convinse che si tratta di concetti vuoti. Non l’amore o la spiritualità in sé ma l’uso che si fa di queste due parole. La sua argomentazione era la seguente: se veramente ci consideriamo esseri immortali che possono permettersi il lusso di vivere fra gigantesche contraddizioni e infinito egoismo; se tutto quello che conta per noi è la gratificazione immediata, come possiamo rendere l’amore o la spiritualità qualcosa di autentico? Per il vecchio nagual questi concetti erano vuoti, senza vita, parole cui nessuno è pronto a dare seguito nei fatti. Diceva che ogni volta che affrontiamo queste contraddizioni, le risolviamo dicendo che, essendo solo degli esseri umani, siamo deboli. Il vecchio nagual ci diceva che, in linea di massima, a noi esseri umani non viene mai insegnato come provare amore. Ci insegnano solo a provare emozioni gratificanti, pertinenti solo e personalmente al Me. L’infinito è sublime e spietato, diceva, e non c’è spazio per concetti fallaci, non importa quanto piacevoli possano sembrarci.

D: Sembrerebbe che la chiave per espandere le nostre capacità percettive sia la quantità di energia di cui disponiamo, e che la condizione energetica dell’uomo moderno sia davvero misera. Quale sarebbe la premessa essenziale per risparmiare energia? E’ possibile per chi deve mantenere una famiglia, lavorare tutti i giorni, e partecipare pienamente al mondo sociale? E riguardo alla castità come mezzo per risparmiare energia, uno di punti più controversi dei vostri libri?

R: La castità è raccomandata, ci diceva il vecchio nagual, per la maggioranza di noi. Non per un fatto di morale, ma perché non abbiamo abbastanza energia. Ci mostrò come la maggior parte di noi sia stata concepita in condizioni di noia coniugale. Da stregone pragmatico qual’era, il vecchio nagual affermò che il concepimento è un momento di finale importanza. Disse che se una madre non riesce ad avere un orgasmo al momento del concepimento, il risultato è quello che lui chiamava una “scopata annoiata”. In tali condizioni non c’è energia. Il vecchio nagual raccomandava la castità per chi è stato concepito in questo modo. Un’altra cosa che raccomandava come mezzo per risparmiare energia era lo smantellamento di schemi di comportamento che conducono al caos, come la preoccupazione incessante per il corteggiamento romantico; la presentazione e la difesa della propria immagine nella vita quotidiana; l’eccesso di abitudini e, soprattutto, la tremenda enfasi sul sé. Se si riesce a vincere questi punti, chiunque di noi può avere l’energia necessaria ad usare il tempo, lo spazio e l’ordine sociale in modo più intelligente.

D: I passi magici della Tensegrità, che considerate di grande importanze, sono il vostro più recente contributo per quelli interessati al mondo di don Juan Matus. Cosa può dare la Tensegrità a chi la pratica? Può essere paragonata a qualunque altra disciplina fisica oppure ha caratteristiche proprie? R: Quello che la Tensegrità dona a chi la pratica è energia. La differenza fra la Tensegrità e qualunque altro sistema di esercizi fisici è che l’intento della Tensegrità è stato dettato dagli sciamani dell’antico Messico. Questo intento è la liberazione dell’essere che va alla morte.

D: Quali sono i motivi per divulgare la vostra conoscenza su una scala più ampia attraverso i seminari? Considerate questo genere di approccio, che implica l’uso di mezzi commerciali e vaste adunanze di persone, veramente efficace per chi persegue un cambiamento individuale?

R: Il grande contributo di una vasta massa di praticanti è stata una vera sorpresa per noi. Il vecchio nagual non ce ne parlò perché non ebbe mai l’opportunità di assistere a tale fenomeno. La massa umana è ciò che da alla Tensegrità uno scopo comune e che sprona i praticanti individualmente verso risultati che normalmente considereremmo impossibili nell’ambito temporale di un seminario.

D: Avete affermato di essere la fine del lignaggio di don Juan e di trovarvi ora a fare cose mai fatte dagli sciamani che vi hanno preceduto. Forse i puristi vi rimprovereranno di non esser stati fedeli agli insegnamenti originali. In che misura vi siete distaccati dalla tradizione sciamanica quale vi venne insegnata da don Juan? E qual’è la nuova direzione del vostro lavoro?

R: Non abbiamo in alcun modo deviato dagli insegnamenti del vecchio nagual. Lui ci diede il compito di chiudere il suo lignaggio con un fermaglio d’oro, ed è quello che stiamo cercando di fare. Per noi i seminari sono il solo modo di prendere contatto con voi e di mantenere la vostra attenzione. Per dieci anni Carlos Castaneda insegnò la Tensegrità a chi lo avvicinava. Dava conferenze e lezioni a chi glielo chiedeva e il solo risultato che ottenne fu di fornire argomenti a individui che hanno fatto carriera sfruttando Carlos Castaneda.

Riguardo l'autore

Lotag

Sono il dottor Gulisano Germano, studio, pratico e indago nell'esoterismo da oltre 30 anni.

Da quando ero bambino sono stato coinvolto in fenomeni paranormali che mi hanno incuriosito a scoprire di più.

Nei miei studi ho approfondito varie religioni, visitato vari luoghi di potere e apparizioni e ho messo in pratica anche tradizioni tolteche sciamane.

Per un errore di quando ero piccolo avevo chiuso i contatti col paranormale soffermandomi solo allo studio, senza pratiche, poiché ero stato ingannato dalle ombre e mi hanno attaccato. Poi un giorno sono riuscito a trovare la "chiave" per liberami delle ombre e riprendermi la mia vita.

Da qual momento sono stato chiamato dal mio spirito guida. Ho iniziato con lui un primo contatto tramite metafonia, per avere informazioni dirette senza influenze mentali e culturali.

Ho scelto di aiutare chiunque avesse bisogno di ritrovare la luce e la pace.

L'ho voluto in libero arbitrio e mi trovo adesso in questa "missione".

La luce è di tutti, quindi non importa quale filosofia religiosa tu segua, non sono qui per convertire, ma per aiutare e rafforzare il tuo cammino, che tu hai scelto.

Non è la fine, ma la mia "partenza".

Di imparare non si finisce mai, ma sarò disponibile a condividere le mie esperienze e quello che continuo ad imparare per servire la luce.

Ho scelto la luce, servo la luce, in libero arbitrio.

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