Ajna, il sesto chakra, è noto anche come il terzo occhio. È un’espressione ormai familiare a molti, associata alla visione interiore, alle esperienze di risveglio e illuminazione, attimi in cui “si aprono gli occhi davvero”.
Posizionato nel mezzo della fronte, tra le sopracciglia, Ajna è il centro spirituale in cui si incontrano i due principali canali in cui scorre il prana, le due nadi ida e pingala. L’incontro tra le dualità è il tema portante del sesto chakra. Qui infatti si riuniscono gli opposti: maschile e femminile, sole e luna, emisfero destro e sinistro del cervello, intelletto e intuizione. Il sesto chakra dissolve queste dualità e ci consente di superare la visione dualistica del mondo che distingue in “buono” e “cattivo”, in “io” e “te”. Superando questa visione degli opposti e pacificando il pensiero, si giunge ad aprire gli occhi sulla verità nascosta dietro l’apparenza.
Ajna è simboleggiato da un loto composto da due grandi petali, uniti in un cerchio – ancora una volta un simbolo di dualità riconciliata in un’unità superiore.
Non è collegato a uno dei 5 elementi, bensì alla luce e, a differenza degli altri chakra, la simbologia non prevede un animale rappresentativo.
Il mantra associato al sesto chakra è OM, la sillaba-seme, che spesso viene raffigurata all’interno del cerchio, al centro del loto.
Le divinità associate al sesto chakra sono Shiva, dio della distruzione e simbolo di conoscenza cosmica, e Hakini Shakti, simbolo di vitalità, divinità a sei teste che rappresenta la meditazione perfetta, il controllo del pensiero e la concentrazione trascendentale.
Un sesto chakra attivo e ben irrorato di energia consente un contatto diretto e libero con il mondo interiore, stimola la fantasia, l’intuizione e le percezioni spirituali. Dona la capacità di visualizzare il pensiero e configurare obiettivi astratti, di comprendere intuitivamente gli altri e persino la chiaroveggenza. La meditazione sul sesto chakra stimola l’evoluzione spirituale, il dominio delle pulsioni e la calma dei pensieri.